IRAQI TANK T-55 “Enigma”
TAMIYA 1/35
L'Iraq fu un importante utilizzatore di carri armati della serie
T-54/55, ordinando i primi 250 T-54 dall’ex Unione Sovietica già nel 1958, seguiti da altri 50 nel 1965. Molti di questi carri andarono persi durante la guerra del Kippur e, quindi, ulteriori 300 T-55s furono ordinati nel 1973. Seguirono poi altri consistenti acquisti: 450 T-55 dalle eccedenze di Germania Est e Polonia nel 1980, 250 T-55 e 150 TR-580 (versione rumena del T-55) rispettivamente da Egitto e Romania nel 1981; poi ulteriori 400 T-55, tra cui alcuni esemplari Cecoslovacchi, sempre nel 1981. Inoltre, ben 1.500 carri Tipo 59 e Tipo 69 cinesi, versioni particolarmente economiche del carro, furono acquistati dalla Cina nel corso del 1980.

La copertina della scatola.
Tuttavia, negli anni’80 il progetto di base stava diventando decisamente obsoleto e molti paesi svilupparono degli aggiornamenti locali al fine di modernizzare il T-55; l'Iraq non fece eccezione.
Anche se la denominazione ufficiale irachena non è ancora nota, la variante aggiornata oggetto di questa recensione è stata chiamata, da parte delle forze della coalizione durante la guerra del Golfo del 1991,
T-55 "Enigma" a causa della mancanza di informazioni sulle effettive potenzialità della corazzatura aggiuntiva. Questa variante irachena, incentrata sugli aggiornamenti delle protezioni, fu probabilmente sviluppata dopo il T-55AM, già caratterizzato dalla presenza di armature supplementari sui lati e sulla torretta. L'”Enigma” fu quindi uno sviluppo ulteriore del modello che includeva in più corazzature aggiuntive sui lati dello scafo e sulla parte posteriore della torretta, mediante corazze saldate tra loro a forma di scatola, in modo da creare una sorta di armatura distanziata dallo scafo con la torretta dotata di elementi in gomma e, sembra, in ceramica.
Due grandi blocchi con fori per consentire l'accesso ai ganci di traino furono fissati alla piastra anteriore, con il blocco di sinistra posizionato più in basso per aumentare il campo di visibilità del conducente. Un blocco più piccolo fu invece installato sulla sezione frontale di ciascun parafango e altri otto blocchi furono montati lungo ogni lato dello scafo. Due serie di quattro blocchi di corazzature ricurve furono inoltre posizionati lungo i lati anteriore dello scafo e della torretta, mentre due lunghi bracci, estesi dalla parte posteriore della torretta con quattro blocchi di corazza, sono stati installati per servire da contrappeso. Un confronto tra gli esemplari catturati ha permesso di appurare differenze tra i vari blocchi di corazzatura aggiuntiva, sia dimensionali che di finitura, indice di una produzione più artigianale che industriale. L’effetto contro gli Abrams fu comunque pari a zero, dal momento che gli “Enigma” furono distrutti con estrema facilità dai penetratori ad uranio impoverito.

Due foto del modello del T-55 “Enigma” della Tamiya.
Un esemplare catturato intatto è attualmente a Bovington e, a giudicare dalle foto disponibili, è servito come riferimento per la realizzazione di questo kit, che la ditta giapponese immette sul mercato come nuova versione del suo ottimo T-55 uscito nel 2002, ma in realtà in ritardo di qualche anno rispetto alla grande quantità di kit
aftermarket dedicati proprio all’”Enigma”. Il modello è stato quindi aggiornato aggiungendo delle stampate di ottima qualità per le nuove corazzature e modificando sia la parte superiore dello scafo, sia la torretta, per permettere l’aggiunta dei nuovi elementi. Rimangono i soliti dettagli da migliorare, già noti da tempo: cingoli che possono essere tranquillamente sostituiti con altri in aftermarket, canna da sostituire con un'altra tornita in alluminio e, infine, aggiunta dei tubi per il combustibile sui bidoni posteriori.
Le griglie posteriori sono riprodotte con una semplice rete di nylon.
Veramente eccellente il figurino, uno dei migliore che mai si siano visti da parte della ditta nipponica, che riproduce – ovviamente - un capocarro irakeno.

A sinistra: le ottime “stampate” del kit della Tamiya,
a destra: particolare della “stampata” con la torretta del carro.
Nessun foglio decals viene offerto con questa scatola e, peraltro, non abbiamo trovato riferimenti nella documentazione in nostro possesso, anche se probabilmente almeno una targa avrebbe dovuto esserci, mentre le istruzioni sono, come al solito, chiare e ben comprensibili.
In definitiva un bel kit, non particolarmente economico ma sicuramente meno dispendioso di tutti i set in resina necessari ad aggiornarne la versione base.
Luigi Carretta
PUBBLICATO IL 2 DICEMBRE 2012